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Cлово "MIA"


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1. Гоголь Н. В. - Балабиной М. П., 15 марта (н. ст.) 1838 г.
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1. Гоголь Н. В. - Балабиной М. П., 15 марта (н. ст.) 1838 г.
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Часть текста: della vostra celeberrima collezzione di marmi, pietre antiche, e molte moltissime cose, che la vostra signoria a rubata onestamente in Roma (perche doppo Attila e Enserico nessuno a mandato tanto a sacco la città eterna quanto l’a fatto la brillantissima signora Russa Maria Petrovna). O fosse voi ... ma non posso trovar piu ragioni per iscusarvi. O mia cara signorina, getatti per la fenestra il vostro Pietroburgo, duro come il quercio d’alpine, e venite qua. S’io fossi nei panni vostri, mostrarei subito il calcagno. Se voi sapeste che bel inverno abbiamo qui. L’aria è tanto dolce, piu dolce del riso a la milanese che voi avete sovente mangiato in Roma, ed il cielo, o dio, che bel cielo! Egli è sereno, sereno — simile agli occhi ... a, che peccato che i vostri occhi non siano azzuri per far il parragone! ma almeno egli è simile alla vostra anima e com’ella resta tutto il giorno sgombro di nuvole. Ma sapete meglio di me che tutta Italia è un boccone da ghiotto ed io bevo la sua aria balsamica a creppagozza, in modo che par altre forestieri non ne resta niente. Figuratevi che sovente mi pare di vedervi spasseggiare nelle strade di Roma tenendo in una mano Nibbi è nell’altra qualche santissima antichità trovata, nel mezzo del camino, nera e sporca com’un carbone, che domanda almeno la forza d’Ercole per poterla portare. Cosi a voi vi si rapresenta forse il mio naso, lungo e simile a quello degli uccelli (o dolce speranza!). Ma lasciamo in pace i nasi; è questa una materia delicata e tratandosi di questa, si puo...